Friday, October 19

Myr@ Loves - The Secret Code of Africa's Kulture...


L'Africa da sempre è fonte di ispirazione e ricerca per artisti e designer di moda. I colori, le forme della natura, la cultura e le usanze dei popoli che la abitano hanno da sempre suscitato un gran fascino agli occhi dei creativi, che si avventurano in veri e propri viaggi affascinanti, alla ricerca di fonti storiche e reperti quali oggetti, tessuti, monili ed accessori dalle più svariate fogge, colori e significati.Oramai è di uso comune parlare di stampa tribale o batik, o di gioielli etnici e acconciature afro...



Osservando le ultime passerelle, sembra proprio che tutti i direttori creativi e i designer dei brand di moda, avessero preso armi e bagagli e fossero partiti all'avventura verso il continente nero, che poi è tuttaltro che nero, per rientrare in ufficio stile con le valigie strapiene di tessuti e oggetti, pronti a buttar giù quelle che sono le linee guida delle collezioni che vestiremo questa estate e l'autunno-inverno prossimo.L'AFRICANPRINT e i PAGNES assorbiranno tutte le tendenze delle prossime stagioni... In Africa è considerato un'espressione “autentica" dell'identità femminile urbana africana! E' affascinante pensare che per le donne africane iI tessuto indossato ha un motivo, un disegno, una decorazione, che veicola ad un determinato messaggio, consentendo d'esprimere ciò che non possono dire a parole.... un pò quello che accade anche nelle metropoli accidentali scegliendo di indossare una gonna piuttosto che un pantalone, il nero piuttosto che il giallo, o unaJimmy Choo rispetto ad una Birchenstock!Ogni decorazione, ogni oggetto, per quanto modesto, è portatore di significato! Ogni stampa o colore o applicazione indossati!






I masai sono un popolo pittoresco di pastori del Kenya e Tanzania, e ad oggi vivono più o meno come vivevano i loro antenati secoli fa. 
Essi sono belli, magri e slanciati, e curano molto la loro immagine. Il loro tessuti sembrano dipinti, e come in un quadro i colori ne sono parte fondamentale. I drappi che avvolgono i corpi sono di colore rosso, viola e blu... gli uomini indossano la shuka ovvero una coperta a scacchi rossa. Le donne curano e decorano la propria immagine nei minimi dettagli e si abbelliscono con collane piatte decorate da perline piuttosto vistose e "importanti" fermagli. Attorno a braccia e caviglie portano massicce spirali di rame. 
Un'usanza comune tra uomini e donne è quella di allungare i lobi degli orecchi modellandoli con pesanti orecchini e ornamenti di perline. 
L’ocra, minerale rossiccio ridotto in polvere, viene spesso mischiato con grasso bovino e spalmato su corpo e capelli a regola d’arte.
Come si fa a non trarre ammirazione ed ispirazione da tutto ciò?...
















LA DONNA AFRICANA

Sebbene negli ultimi decenni sembra che anche il problema della discriminazione delle donne si sia lentamente dissolvendo, in realtà permangono nella società sud-africana milte delle tradizionali concezioni riguardo alla vita in famiglia e nella società della cultura "nera". Per quanto la cultura europea, che lentamente si impone nelle zone urbane, non condivida questi valori, nelle zone rurali e nelle comunità ancora non sono superati. Per tradizione la famiglia africana è di tipo allargato, cioè comprende tutti i parenti e più in generale la comunità. La distinzione tra le famiglie delle città e quelle delle zone rurali si basa sui processi di industrializzazione, urbanizzazione e occidentalizzazione. L'uomo spesso ha una moglie in città con uno status più forte della famiglia e una o più nelle zone rurali senza alcun potere sulla famiglia. Anche la poligamia ha origini antiche: quante più mogli un uomo aveva, tanto più era importante all'interno della comunità. La violenza verso le donne nelle famiglie è molto forte: E' stimato che ogni 6 giorni una moglie sia uccisa dal marito. Le famiglie bianche sono innanzitutto da "classificare" in: famiglie di lingua inglese, afrikaans e di origine europea. Quelle di lingua inglese sono da sempre considerate le più progressiste, basate su individualismo e una struttura di tipo nucleare, quelle afrikaaner sono tradizionalmente le più conservatrici. Le donne delle famiglie bianche di lingua inglese sono poste sullo stesso piano dell'uomo, com'è tipico della tradizione europea e non discriminate. In quella di lingua africana, pur non essendo particolarmente discriminata, la donna ha comunque un ruolo in secondo piano rispetto al marito che è il centro della vita familiare.

BREVE STORIA

Nella società pre-coloniale l'intero sistema produttivo ruotava essenzialmente attorno allo scambio di bestiame, ed il matrimonio era uno dei principali strumenti per acquisirlo. La fitta rete di legami intorno all'unione tra uomo e donna era il fulcro del processo produttivo di questa società. Tale processo era regolato dal controllo dell'uomo sulle capacità produttive e riproduttive della donna e veniva sancito dallo scambio donna-bestiamme. La buona riuscita del matrimonio era condizionata dal livello di obbedienza e dal grado di fertilità che costituiva il principale strumento per crare ricchezza. Era la donna a svolgere il lavoro agricolo necessaria alla sussitenza dell'unità famigliare e ad essere al centro del meccanismo di acquisizione del bestiame, di conseguenza risultava essere l'elemento economico centrale della società e per tanto godeva di un considerevole rispetto e disponeva di un certo potere sociale. La situazione peggiora quando nell'800 arrivano i colonialista. L'African Customary Law ha riconosciuto, esaltata e distorto i caratteri patriarcali della società tradizionale, privando la donna africana di qualsiasi autorità e autonomia. L'accentuarsi della divisione del lavor che identificava gli uomini con la sfera pubblica e le donne con quella domestica finì per regalare a quest'ultima una posizione sempre più marginale. Esse furono private delle premesse che in precedenza permettevano loro di piegare le regole a proprio vantaggio, ma nello stesso tempo non erano ancora sotto la protezione dell'ordine giuridico formale. Esse divennero delle vere e proprie "fuorilegge". Lo svilupparsi dell'attività mineraria ed il crescente livello di profondità delle miniere fece aumentare rapidamente il bisogno di manodopera maschile a basso costo. Per rispodere a tale esigenza il governo coloniale sviluppò il MIGRANT RURAL SYSTEM. Le donne restavano generalmente vincolate al mondo rurale e divennero, l'effettive responsabili dell'unità famigliare. Costrette a fronteggiare in solitudine lo sgretolarsi della sfera sociale del mondo tradizionale, le donne africane si trovarono contemporaneamente escluse dal processo produttivo industriale e quindi dalla possibilità di accedere alle aree industrializzate. Gli effetti del MIGRANT LABOUR SYSTEM hanno provocato la tendenza al disfacimento del mondo matrimoniale. La donna, spesso sola di fronte ai gravosi compiti di gestione della famiglia, divenne sempre meno disposta a sottomettersi alle autorità dem marito che era prevalentemente lontana da casa. Emersero così forme si struttura famigliare incentrate sulla figura femminile. Con il venire meno dei tradizionali legami uomo-donna si ebbe un forto incremento dell'adulterio, del divorzio, dell'abbandono da parte di uno dei 2 coniugi e delle gravidanze pre-matrimoniali. La rottura dei codici di comportamento tradizionali comportò inoltre l'inasprimento dlle tensioni uomo-donna che determinò a sua volta un forte incremento della violenza nei confronti delle donne, ed un ulteriore sviluppo dell'AIDS. DA un lato lo sgretolarsi della famiglia patriarcale dava alla ddonnaa una maggiore autonomia, dall'altro però la privava di sicurezza sociele e materiale.La donna del mondo rurale veniva condizionata dalle lunghe assenze del marito così spinta dal bisogno di difesa dell'unità famigliare, infrangendo i costumi tradizionali, raggiunse il proprio uomo nelle città. La produzione di alcolici era storicamente riservata alle donne della cultura tradizionale africana. A partire dalla città di Durban, nel 1908, si sviluppò il beerhall system, una forma di controllo governativo degli alcolici che andò a colpire la popolazione femminile. Benchè punita da parte delle autorità le donne organizzarono la gevistione delle sheebeen: qui si sviluppò la cultura marabi, fatta di danza, musica, convivenza tra le diverse etnie e solidarietà. La seconda principale forma di guadagno delle donne in città era quella di andare a servizio presso le famiglie dei bianche. La donna nera era costretta a subire svariate forme di oppressione: salari bassi, orari impossibili, molestie sessuali. Il sistema sociale patriarcale e le leggi dell'apartheid hanno fatto si che l'identità sociale della donna nera fosse mediata dal rapporto con l'uomo e in particolare dal matrimonio



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